21 dicembre 2014

CAIAROSSA...UNA CANTINA CHE SEGUE LA FILOSOFIA DEL FENG SHUI

Su una collina di Riparbella, vicino al paese di Montescudaio, troviamo, immersa in un anfiteatro naturale, la Cantina Caiarossa, un’imponente struttura “rossa”, in un ecosistema praticamente intatto che comprende circa 70 ettari. Si può pensare che il nome derivi dalla scelta del colore dei muri esterni dell’Azienda, ma in realtà Caiarossa vuol dire “ghiaia rossa”, dal colore dei sassi e dei ciottoli ferrosi presenti nel sottosuolo. Intorno alla Cantina sono disposti a ventaglio i 31 ettari vitati; le varietà scelte sono: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Alicante, Petit Verdot e Mourvedre, per quanto riguarda quelli a bacca rossa; Viognier, Chardonnay e Petit Manseng, per quelli a bacca bianca.

Ma qual è la storia di questa Cantina nota per i sui grandi vini?
Lo chiediamo a Dominique Gènot, enologo dell’Azienda, che ci racconta come tutto iniziò nel lontano 1998 quando il belga Jan Theys, che ben conosceva il territorio, scelse questo habitat fuori dal tempo.
I terreni erano e sono completamente liberi da altri vicini vignaioli, era quindi possibile creare un terroir senza rischi di un eventuale “inquinamento”, grazie anche alla presenza del bosco tutt’intorno. Fin dall’inizio, quindi, l’idea è stata quella di creare un’azienda biodinamica e geo-biologica.
Nel 1999 si è iniziato a impiantare i primi 12 ettari di vigna con una grande variabilità in termini di vitigni, per seguire la tipologia dei terreni che risultano essere molto variegati: per ogni terroir si è scelto il cultivar più adatto.
Per la costruzione della Cantina si sono seguite le regole del Feng Shui e della geodinamica per una miglior gestione dei campi elettromagnetici. I lavori sono terminati nel 2002 anno in cui è stata effettuata anche la prima vendemmia.
Nel 2004 Theys decise di vendere la proprietà ed è a questo punto che gli succede Eric Albada Jelgersma, imprenditore olandese, che dedica larga parte della sua attività al vino e possiede anche Château Giscours e Château du Tertre in Francia, due Grand Crus Classé in Margaux (Bordeaux).

La scelta di questa parte della Toscana fu dettata da “un coupe de coeur”. Colpito dalla natura, selvaggia e lussureggiante, influenzata dalla vicinanza del mare, intravide subito le potenzialità della zona per la produzione di un vino di qualità. Non guastò l’aver assaggiato le annate 2002 e 2003 e dal parere favorevole della sua squadra tecnica.
Recentemente si è deciso di ampliare i terreni vitati: 4 ettari nel 2008 e 15 tra il 2012 e 2013.

In vigna la filosofia di lavoro è quella rigorosa e affascinante dell’agricoltura biodinamica; il rispetto per la terra porta a usare bassi dosaggi di rame e di zolfo con infusioni di ortica, salice, camomilla ed equisethum; il terreno è concimato con il solo utilizzo del compost e i ferormoni sono usati contro i parassiti.
Come la biodinamica è stata scelta per le vigne così l’architettura geo-biologica e la disciplina orientale del feng shui sono state d’ispirazione per la costruzione della Cantina.
L’architetto Michaël Bolle ha definito forme, colori, luci, materiali e orientamento; per decidere l’ubicazione precisa sono state lasciate libere delle mucche per vedere dove andavano a riposare e lì fu costruita la cantina con orientamento Nord-Sud. Interessante anche la “forma” che è quella di un grande rettangolo; le finestre sono posizionate sui lati Est ed Ovest ottenendo così una grande luminosità naturale e questa scelta fa si che, durante le ore più calde della giornata, il sole batta sui muri privi di finestre, che corrispondono ai lati corti della struttura.
Legno, cemento e acciaio, materiali “naturali”, i soli utilizzati per la realizzazione dell’Azienda; si è sfruttata anche la naturale pendenza del terreno e, utilizzando un ciclo “per caduta”, si è più rispettosi della materia prima, garantendo un’alta qualità del vino prodotto.
Entrando nella barricaia si notano, sul pavimento, delle insolite buche rettangolari molto profonde, riempite con rocce e fili di rame i quali fungono da prese di terra per scaricare i negativi campi elettromagnetici. Inoltre, queste aperture nelle fondamenta servono per garantire una buona umidità e uno scambio d’aria.

Per Eric Albada Jelgersma il vino è il risultato dell’armonia tra terra, vite e uomo e deve racchiudere in sé qualità e semplicità. Per garantire questa integrità l’affinamento in legno viene gestito separatamente per ogni varietà e solo dopo si procede all’assemblaggio.
I vini prodotti sono:
Caiarossa bianco 2012, Viognier e Chardonnay; nel bicchiere si presenta di un bel colore giallo dorato, affinato in barrique per circa 12 mesi; al naso è intenso, prevalgono note dolci, pesca, fiori di acacia e tiglio e qualche nota di pompelmo rosa; in bocca è avvolgente ricco di glicerina con un’ottima persistenza;
Pergolaia 2008, Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; un bouquet accattivante e ampio, si percepiscono note fruttate, di sottobosco, minerali e speziate, l’entrata conquista tanto quanto la sua persistenza; la morbidezza è equilibrata da una bella acidità;
Pergolaia 2009, Sangiovese al 90% e il resto tra Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; il varietale del Sangiovese spicca al naso con i suoi sentori fruttati, floreali, con un tocco di pineta e di vegetale dato dai vitigni internazionali. In bocca è cupo con un finale ammandorlato;
Caiarossa 2007, un blend dei vari vitigni a bacca rossa; un vino che rispecchia l’annata, le sfumature vegetali, dei vitigni internazionali, fanno capolino tra note fruttate e di evoluzione;
Caiarossa 2009, 16 mesi in barrique e botte da 500 l, stabilizzato per 8 mesi in vasca di cemento prima di essere imbottigliato; un bouquet ampio che va dalle classiche note di frutta a bacca rossa, di cedro e di macchia mediterranea come anice, finocchio e timo. Bella la trama tannica che fa intravedere un vino sapido e di spessore, seppur ancora giovane;
Oro di Caiarossa 2009, una vendemmia tardiva di Petit Manseng, affinato per circa 10 mesi tra barrique e tonneau. Nel bicchiere si presenta color oro antico con una bella luminosità, al naso si percepiscono un mix di frutta disidratata, pesca, albicocca, datteri, vaniglia e crema pasticcera. Il gusto è avvolgente, morbido, ma con una bella spalla acida, piacevole e versatile, può essere, infatti, abbinato sia a formaggi stagionati o erborinati sia a preparazioni dolci.

Prossimamente, ci svela Dominique Gènot, verranno eseguiti i lavori per un ampliamento interno della cantina per poter vinificare comodamente gli ultimi ettari di vigna impiantati; questo vorrà dire solo una riorganizzazione senza andar a toccare la struttura esterna.
Ricordiamo che tutti i vini di Caiarossa sono IGT; la decisione di uscire dal Consorzio della DOC Montescudaio risale a circa 2 anni fa, ma non per questo viene meno la volontà di far gruppo con le altre aziende aderenti al Consorzio.

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