28 marzo 2015

Garda Day

Garda Day: narrazioni, dibattiti e degustazioni all’interno di “Olio Officina Food Festival”

Dal 22 al 24 gennaio, il Palazzo delle Stelline nel cuore di Milano, è stato il palcoscenico della quarta edizione di Olio Officina Food Festival; tre giorni intensi, un programma ricco e variegato.
Durante la prima giornata è andato in scena Garda Day: uno spazio interamente dedicato all’apprezzatissimo olio extra vergine di oliva Garda DOP. L’intento è stato mettere in luce non solo l’olio, in quanto tale, ma anche altri aspetti correlati come il turismo dell’olio, che rappresenta uno dei punti di forza, sempre molto gradito e in continua crescita.
Il via ai lavori è stato dato da Luigi Caricato ,patron della manifestazione e autore del libro “Olio di lago”, che insieme a Laura Turri, vicepresidente Consorzio DOP Garda , ci hanno ricordato la presenza degli uliveti sul territorio fin dal III sec. d. C. Si è poi illustrato l’importanza della DOP e le proposte dell’olioturismo, esistito da sempre sul Lago, alla cui base c'è la tipicità del prodotto, che grazie ad oliveti e frantoi accomuna tre regioni: Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. Laura Turri, proprietaria dell’omonimo Frantoio Turri di famiglia, ci spiega l’importanza del paesaggio, che, a volte, si dà per scontato, ma che non passa inosservato ai visitatori stranieri.
La stessa ha anche anticipato che, dopo ben 18 anni, fine dicembre 2014 il Consorzio di Tutela Olio Extra Vergine di Oliva Garda DOP ha vinto la battaglia per correggere il disciplinare di produzione dell’Olio Garda DOP. Ad esempio si può utilizzare la denominazione unica «Garda» per tutta la produzione ottenuta nella zona geografica delimitata eliminando l’obbligo di utilizzare le menzioni geografiche aggiuntive . Sono stati, inoltre, migliorati alcuni parametri produttivi e qualitativi dell’olio e implementate le informazioni in etichetta a maggiore garanzia dei consumatori; come la descrizione organolettica generale dell’olio DOP «Garda».
L’acidità massima totale, espressa in acido oleico, passa da 0,6% a 0,5 % massimo per tutta la produzione Garda, valore precedentemente richiesto solo per la produzione Garda Trentino.
Il valore massimo dei perossidi viene uniformato ad un valore pari a 14, anche in questo caso limite precedentemente fissato solo per la produzione Garda Trentino. È stata corretta la dimenticanza del termine tradizionale Frantoio accanto alla varietà Casaliva, termine erroneamente omesso nella domanda originale del 1996 per il Garda Orientale e presente nel Garda Bresciano e Trentino. La presenza anche del nome Frantoio come nome tradizionale degli olivi, insieme o in sostituzione di Casaliva, è testimoniato dalle liste varietali dei comuni della sponda orientale del lago, elencate nei testi di olivicoltura degli anni ottanta.
Per lo stesso motivo è stato necessario correggere il termine «Less» o «Lezzo», vecchi sinonimi di Leccino, sostituendoli con «Leccino». La correzione degli errori ha permesso di stabilire per la denominazione unica «Garda», il «Garda Orientale» e il «Garda Bresciano», la seguente composizione varietale: Casaliva, Frantoio e Leccino per almeno il 55 %; possono altresì, concorrere altre varietà presenti negli oliveti in misura non superiore al 45 %. Tale correzione non modifica la composizione varietale reale degli oliveti, in quanto rispecchia da sempre la realtà olivicola produttiva dei comuni attorno al lago di Garda orientale e non determina differenze nell’olio che mantiene la sua uniformità per tutta la denominazione Garda, avendo solo «differenze organolettiche che solo degli esperti possono percepire», come già riportato nel documento originale del 1996. Le rese sono state portate da 5 000 a 6 000 kg/ha.
L’intervento di Laura Turri si è concluso con la presentazione di 5 infografiche che raccontano il territorio e che aiuteranno i consumatori a capire meglio la realtà della DOP.
Degno di nota l’intervento di Maria Loda, imprenditrice in estetica naturale, che spiega come l’olio si possa usare nel campo della cosmesi per ottenere prodotti di nicchia come i suoi saponi, dal valore “artistico” vista la limitatissima produzione e alta qualità conferitagli dalla materia prima.
Proseguendo Michele Bertuzzo, di Studio Cru, ha proiettato, in anteprima il cortometraggio d'autore realizzato da Mauro Fermariello di Winestories.

La giornata si è conclusa con una degustazione di 6 oli, tre da blend e tre monovarietali di Casaliva, condotta da Paolo Venturini, del Frantoio Montecroce, e un brindisi con un Bardolino DOC Chiaretto Spumante.



















                                           Articolo in parte già pubblicato su Viniplus di Lombardia  n° 8 marzo 2015