24 luglio 2015

Nuovo Blog:l'angolo del gusto en rose


L'angolo del gusto non chiude, ma si trasferisce al link sottostante.....

http://www.langolodelgusto-enrose.it




Per il  momento ringrazio tutti i lettori e spero di ritrovarli tutti sul mio nuovo blog.

Buona estate a tutti

Camilla Guiggi

9 luglio 2015

ASSOVINI SICILIA A EXPO: A LUGLIO ALTRE QUATTRO










Degustazioni dedicate al Top della Sicilia 
Il 12 luglio riprendono i wine-tasting organizzati nel padiglione “Vino - A taste of Italy”. Gli incontri proseguiranno per tutta l’estate e si concluderanno a ottobre


Quattro nuovi appuntamenti a luglio con il vino siciliano d'eccellenza, nella cornice di Expo. Prosegue infatti il ciclo di degustazioni, che proseguirà fino al 20 ottobre, organizzato nel padiglione “Vino – A Taste of Italy” da Veronafiere e dall'Assessorato Regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, in collaborazione con Assovini Sicilia, realtà quest’ultima che racchiude 73 delle migliori cantine isolane. “Vini di Sicilia” è il titolo della serie di incontri che permetterà al grande pubblico dell'esposizione universale e agli appassionati di scoprire le mille sfaccettature del vino siciliano dalla costa ovest a quella est. Appuntamento sempre dalle 16:30 alle 18:30.


Si parte domenica 12 luglio, con i wine-tasting interamente dedicati alle etichette più rappresentative delle aziende associate ad Assovini. Prima cantina in campo sarà Feudo Arancio con sei vini: Nero d’Avola Doc Sicilia 2013, Grillo DOC Sicilia 2014, Nero d’Avola Stemmari DOC Sicilia 2013, Dalila IGT Terre Siciliane 2013, Cantodoro IGT Terre Siciliane 2012 ed Hekate IGT Terre Siciliane 2012. Martedì 14 luglio, a fare da protagoniste saranno altre tre cantine associate. Valle dell’Acate porterà i suoi Zagra - Grillo DOC Sicilia 2014 e il Frappato DOC Vittoria 2014. Baglio del Cristo di Campobello sarà invece presente con Lusirà Syrah IGP Sicilia 2011 e Adènzia Bianco Doc Sicilia 2014, mentre Palmento Santo Spirito metterà in degustazione Nero di Sei 2011 e Bianco di Sei 2012. Si prosegue domenica 22 luglio: sarà la volta di Baglio di Pianetto con il suo Ra’is Moscato di Noto IGT Sicilia 2011, di Grottarossa Vini con il Nero d’Avola IGP Terre Siciliane 2014 e di Feudo Principi di Butera che porterà quattro delle sue migliori etichette. Per l'ultimo appuntamento del mese di luglio, quello di martedì 28, è in programma una degustazione dedicata a sei vini dell’azienda Cusumano: Sàgana Sicilia DOC 2012, Noà Sicilia DOC 2012, Jalè Sicilia DOC 2012, Shamaris IGT 2014, Alta Mora Etna Bianco DOC 2014 e Alta Mora Etna Rosso DOC 2013


7 luglio 2015

Il post convegno "A mosaic of wines: passato, presente e futuro dei vini Siciliani "

Ambiente, Turismo e Social: il Futuro del vino Siciliano 
Durante il convegno organizzato a Expo da Assovini Sicilia e Consorzio Sicilia Doc è stata tracciata la ricetta del successo: studiare i mercati internazionali per adottare la strategia più efficace, produrre in modo sostenibile, valorizzare la ricerca e la comunicazione sui new media



Un’attenzione verso l’ambiente e la produzione biologica che rappresenta un caso unico a livello nazionale. Un appeal in costante aumento sui mercati di Germania, Giappone e Usa, grazie a un territorio che come pochi altri sa raccontare al consumatore la passione dei viticoltori e la loro storia, puntando sull’enorme attrattività turistica della Sicilia. Una realtà con un passato secolare che oggi raggiunge e incuriosisce anche i giovani stranieri, grazie ai social network e ai new media.
Sono queste, in sintesi, le certezze di oggi e le sfide di domani per il vino siciliano che sono state tracciate il 5 luglio a Expo nel corso del convegno internazionale “A mosaic of wines: past, present and future”, organizzato dalla Regione Sicilia, in collaborazione con gli Assessorati all’Agricoltura e alle Attività produttive, con il Consorzio Sicilia Doc e Assovini Sicilia. 

In platea, accanto a produttori, giornalisti e rappresentanti del trade, anche una delegazione di operatori cinesi, tra cui il vicepresidente dell’associazione per il commercio di vini e liquori, e una di giornalisti americani. Temi principali, la ricerca scientifica, la sostenibilità ambientale, l’evoluzione dei mercati e le nuove strategie di comunicazione.

La prima sessione ha evidenziato il ruolo strategico della ricerca  per la crescita del Sistema Vino Sicilia. L’intervento del prof. Rosario Di Lorenzo della facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, ha delineato l’importanza dell’identità territoriale anche attraverso il recupero di antichi vitigni, mentre il dr. Daniele Oliva dell’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, ha relazionato sul ruolo fondamentale dei lieviti durante la fase di vinificazione. Ricerche e studi che, ormai da diversi anni, coinvolgono i diversi attori regionali tra i vari istituti di ricerca, assessorato e produttori, creando una perfetta sinergia.

Ad aprire la seconda sessione, Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela dei vini doc Sicilia e ad di Donnafugata, che ha tracciato un excursus sulla storia millenaria dell’enologia siciliana, per arrivare alla denominazione unica, nata con l’obiettivo di offrire uno strumento in più alle aziende per presentarsi all’estero con un brand unico e rendere più riconoscibile l’enologia regionale.

«Stiamo mangiando il pianeta» è invece l’espressione forte con cui Alberto Tasca, dell’azienda Conte Tasca d’Almerita e consigliere di Assovini Sicilia, ha aperto la propria relazione incentrata sul tema dell’ecosostenibilità. Ha però specificato come l’emergenza ambientale che oggi il mondo produttivo sta affrontando possa diventare un’opportunità, a patto che venga utilizzato un approccio multidisciplinare. «La Sicilia - ha illustrato - è la regione più avanzata nel percorso verso l’agricoltura in armonia con l’ambiente: qui la viticoltura biologica rappresenta il 38% di quella nazionale e il 23% dell’energia elettrica utilizzata proviene da fonti rinnovabili». Un percorso iniziato da tempo in Sicilia, dove 7 anni fa è nato SOStain, il primo programma per le cantine teso a promuovere un modello sostenibile e trasparente, basato su parametri oggettivi.
                                                                                                                                                 
Mercato internazionale: Giappone, Germania e Usa a confronto

Al brand unico e alla produzione sempre più ecosostenibile, va unita una strategia di vendita “su misura”, basata sulla conoscenza approfondita dei Paesi che si vogliono approcciare. È quanto evidenziato dai tre opinion leader Isao Miyajima, Christian Eder e Leonardo Lo Cascio.
«In Giappone - ha spiegato Miyajima - il mercato del vino made in Italy non è cresciuto molto negli ultimi anni perché spesso i produttori si sono limitati a saturare i ristoranti italiani invece di inaugurare nuove strade per la promozione. Non è il vino francese il principale competitor di quello italiano ma lo sono la birra e il sakè. La sfida - ha concluso - è rendere il vino parte del consumo quotidiano, mentre oggi è relegato a celebrazioni e occasioni formali. Per farlo, è fondamentale puntare anche sull’appeal turistico del territorio e in questo la Sicilia ha ottime potenzialità».

Le dinamiche dei mercati di lingua tedesca - Germania, Svizzera e Austria – sono state illustrate dal giornalista austriaco Christian Eder della rivista Vinum. «Il 40% del vino estero consumato in Germania è italiano ma il 48% è ancora venduto nella catena dei discount e la media del prezzo a litro è di 2,8 euro» ha esordito. «Tuttavia c’è un grande interesse per le produzioni regionali e biologiche, eccellenza della Sicilia, per cui il consumatore è disposto a pagare di più». In Austria il vino italiano, quasi esclusivamente rosso, è venduto per il 70% nel canale horeca. Il 70% dei bianchi è di produzione nazionale mentre il 30% è importato. «Anche in questo caso – ha concluso - un ruolo importante è giocato dall’amore che i consumatori austriaci provano nei confronti della Sicilia come destinazione turistica».

Secondo Leonardo Lo Cascio, fondatore di Winebow, uno dei più importanti importatori americani, il mercato a stelle e strisce presenta ancora grandi potenzialità con i suoi 300 milioni di abitanti, nonostante la sua complessità. «Essendo una realtà composta da 50 Stati con 50 leggi diverse – ha illustrato - la catena della distribuzione ha regole molto rigide, che portano il prodotto finale a costare quattro volte il prezzo originale». Inoltre, i distributori ricoprono una posizione di importanza primaria: dai 7.000 del 1990 sono passati a 700 nel 2015 e cinque di questi controllano il 50% del mercato. «Il vino siciliano - ha concluso - ha possibilità di crescita elevate a patto che si investa nella conoscenza del mercato e nella costruzione di un dialogo con il distributore».

Vino e Giovani: la sfida corre sui Social

È poi stato affrontato il rapporto tra nuovi media e mondo del vino. «È necessaria una comunicazione efficace, capace di raggiungere i target in modo originale» secondo Virginia Devlin dell’agenzia americana Current, responsabile della campagna di comunicazione USA della Doc Sicilia. «Gli americani bevono più vino degli italiani. Il 54% tra i consumatori americani conosce la Sicilia, ma solamente il 9% sceglie i vini siciliani», ha proseguito.
L’obiettivo, secondo Devlin, sono i cosiddetti Millennials: una nuova generazione di giovani, multietnici, liberali e molto social, che vivono la vita in presa diretta e vogliono provare esperienze nuove. «Sono attratti dalle novità e, in questo caso, cercano vini autentici e meno pretenziosiha illustrato - . L’85% di loro, infatti, acquista etichette poco conosciute. Per raggiungerli - ha concluso la relatrice - bisogna utilizzare in modo accorto i social media, in particolare Facebook, ma anche un mix di media extra-settore come le testate di lifestyle e i quotidiani».


A tirare le somme dell’incontro, l’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Sara Barresi: «Ogni mercato rappresenta una realtà diversa, che va studiata e analizzata – ha commentato. - Abbiamo già le caratteristiche vincenti per conquistarne alcuni, come la Germania, ma la vera sfida sarà avvicinare al mondo del vino i giovani, che oggi consumano soprattutto superalcolici e birra. La Sicilia ha tutte le potenzialità per raggiungere questi obiettivi, ora è necessario individuare la strategia adatta per ciascun mercato utilizzando tutti i mezzi a disposizione: dalla ricerca scientifica alla promozione. In questo, la Regione continuerà a essere al fianco del mondo produttivo».


5 luglio 2015

Due Serate di Gala per Le Donne del Vino della Lombardia

Un Fuori Expo con degustazione al Devero Hotel

Con il 2 di Luglio si sono concluse le due Serate di Gala delle Donne del Vino della Lombardia, entrambe hanno riscosso un grande successo. Gli “onori di casa” sono stati fatti da Giovanna Prandini, produttrice e Delegata Regione Lombardia LE DONNE DEL VINO. Tra i presenti molti i giornalisti, tra i quali Franco Ziliani, e appartenenti all’Associazione Italiana Sommelier come il Presidente Nazionale Antonello Maietta, il Presidente Lombardia Fiorenzo Detti, la delegata di Bergamo Roberta Agnelli e la delegata di Sondrio Elia Bolandrini. Tanti, troppi i nomi da ricordare…ma i protagonisti, come sempre, sono stati i vini, i buoni vini presentati dagli stessi produttori provenienti dal Nord al Sud dell’Italia.

Un’occasione per parlare con l’altra metà del cielo che tinge la volta celeste di tutte le sfumature del rosa, compreso il rosso; rosso come la passione che queste donne mettono nella realizzazione dei loro prodotti. Donne innovative, che non hanno paura di andare tra i filari delle vigne per occuparsi di queste in prima persona.
Tanti i produttori presenti, ma diamo la precedenza ai vini cooprotagonisti della serata insieme ai loro creatori:
Fortulla rosè sia in versione ferma che spumantizzata, ottenuti da un blend di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon dell’Azienda Agrilandia di Castiglioncello in provincia di Livorno. Degna di nota la versione spumante, ultimo uscito, che regala profumi con un nerbo vigoroso che rispecchia la zona d’origine.
Verdicchio dei Castelli di Jesi, minerale e sapido, Rosso Piceno, verticale nella sua coerenza, e l’intrigante Vino di Visciola dell’Azienda Ceci Enrico.
La Santissima Franciacorta Brut Millesimato e La Santissima Franciacorta Brut Satèn dell’omonima Azienda Castello di Gussago La Santissima, prodotti eleganti e sofisticati che rispecchiano la personalità della produttrice.
Monfort Rosé Trento Doc Brut dell'azienda Cantine Monfort situata a Lavis, gradevole borgo a nord di Trento; un naso agrumato con una bella persistenza anche in bocca dove si ritrovano queste note citriche.
Brut Rosé “La Rocchetta” Metodo Classico, della Società Agricola La Rocchetta, ottenuto da uve Merlot in purezza, si presenta con un color ramato, il bouquet va dalla frutta di bosco matura alla ciliegia, coerentissimo anche in bocca dove ritroviamo quasi il gusto della melagrana.
Spumante Mucci un blend di Falanghina e Pecorino Extra Dry, dell’Azienda Mucci, dalla buona sapidità e una piacevolissima sensazione di agrume resa ancora più piacevole dal residuo zuccherino della tipologia.
Magot magia di Pinot, di Castello di Luzzano 100% Pinot nero, un metodo Charmat che fa esaltare le note fruttate del vitigno virando poi su un’inaspettata ma gradevolissima sensazione di mela verde.
Trebbiano di Lugana, dell’Azienda Sansonina, un bianco ben strutturato dove si ritrova la nota minerale e sapida data dal territorio, ma senza tralasciare le sensazioni di frutta a polpa gialla.
Madonna della Scoperta, Trebbiano di Lugana Superiore, un bouquet che ci regala note di vaniglia, frutta a polpa gialla e un tocco di mineralità e sapidità, impronta tipica del terreno; Drajibo un uvaggio di Riesling, Trebbiano di Lugana e Incrocio Manzoni, un prodotto dolce, con una buona freschezza; il bouquet è tutto improntato sui frutti tropicali, miele e albicocche disidratate, tutte note che ritroviamo all’esame gusto olfattivo. Entrambi i prodotti sono dell’Azienda Perla del Garda, che ha fatto del Turbiana il suo portabandiera.
Castello di Grumello prodotto con uve Merlot e Cabernet Sauvignon, il naso è delineato da delicate note di vaniglia e frutti di bosco, in bocca è morbido e speziato, elegante come la produttrice Cristina Kettlitz dell’azienda Castello di Grumello.
Donna Marta Rosso un taglio bordolese ottenuto da Merlot e Cabernet Sauvignon, al naso spiccano i piccoli frutti a bacca nera seguiti da note balsamiche, speziate e di macchia mediterranea; avvolgente in bocca con tannini rotondi. Presentato direttamente da Marta Mondonico dell’azienda Tenuta le Mojole.
Cristina Kettlitz e Marta Mondonico possono, a ragione, essere definite le due Signore della Valcalepio che si identificano nei loro vini che realizzano con tenacia e passione.
Se si parla di “Signore del vino lombarde” come non nominare la Signora del Groppello: Eleonora Zuliani, dell’Azienda Zuliani Emilio, che ci presenta orgogliosa il suo Chiaretto ottenuto da Groppello gentile, Marzemino, Barbera e Sangiovese, delicatissimo e piacevolissimo con sentori di watermelon e pesca bianca, bella la componente glicerica sostenuta da una buona spalla acida.
Biancamano, un Erbaluce delle Cantine Briamara, le uve sono sottoposte a criomacerazione, si sprigionano così profumi floreali e fruttati come le note agrumate e un richiamo di erba appena tagliata.
Arlandino, 100% Grignolino di Tenuta Santa Caterina, un vitigno da riscoprire; fragranza e personalità escono fuori dai canoni tradizionali e insieme al tannino delicato fanno di lui un vino camaleontico che si adatta bene a varie occasioni.
Amartè Piemonte Albarossa, dell’Azienda Cossetti; l’Albarossa è un vitigno ottenuto dall’incrocio di Nebbiolo e Barbera, il vino ha sentori di frutti rossi, una leggera speziatura e una bella freschezza.
Scrapona Moscato d'Asti, il profumo è aromatico intenso e persistente con note di agrumi, miele, tiglio, pesca, fiori d’arancio e quella tipica di salvia sclarea.
Il sapore dolce è sorretto da una buona freschezza. Pineto Brachetto d'Acqui il bouquet va dalla rosa al geranio, dai frutti rossi, come more, lamponi, fragole e ciliegie, al muschio, anche qui il tutto è sorretto da una bella freschezza. Entrambi i prodotti sono dell’Azienda Marenco storica cantina situata nel comune di Strevi.
Chianti Gran Selezione, Castello di Quercieto, un Sangiovese in tutta la sua eleganza, tannini vellutati e un frutto che vira poi su note terziarie. Della stessa azienda troviamo il QueRceto Romantic, un vino, nato dall'incontro di tre uve, Petit Verdot, Merlot e Syrah,
provenienti da 3 vigne diverse piantate tutte nel 2003, che vuole celebrare uno speciale evento della mitologia. Un vino ancora indomato a causa della sua giovane età, ma che di sicuro regalerà grandi piaceri nel giro di qualche anno.

Rosso di Montalcino, Cinelli Colombini, anche qui troviamo un Sangiovese in purezza, ma con il nerbo e l’impeto della sua gioventù nonostante sia un 2012. Il frutto qui è ancora imperante e troviamo quello che i toscanacci definiscono “l’ignoranza del Sangiovese”, un vitigno che deve essere conosciuto per poterlo apprezzare in tutte le sue declinazioni.

In queste due serate di Gala erano in degustazione i prodotti di Fratelli Beretta, sponsor di Expo 2015, del Caseificio Taddei (11/6) e Scuola alti formaggi (2/7).

Tanto ancora ci sarebbe da dire e da raccontare, ma per il momento mi limito a ricordare le ultime due cene: il 9 luglio al RISTORANTE LA LOCANDA DEI BECCARIA in OLTREPÒ (€ 50,00) e il 16 luglio al RISTORANTE CROCE BIANCA a VESTONE in provincia di Brescia (€ 40,00). Ad un menù del territorio saranno abbinati i vini delle socie produttrici di tutta Italia a un prezzo fisso, dove sicuramente ci sarà da divertirsi perché ognuno si potrà scegliere il proprio vino e giocare con tutti gli assaggi possibili!





2 luglio 2015

“I Top Player del Veneto – I grandi Veneti si confrontano per un’amichevole”

Il primo di Luglio, nel Padiglione Vino Expo 2015, ha avuto luogo la degustazione “I Top Player del Veneto – I grandi Veneti si confrontano per un’amichevole”; evento realizzato grazie al Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, in collaborazione con UViVe (Unione consorzi Vini Veneto).  
Sono scesi in campo: Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Prosecco, Valpolicella e Soave. Il “singolar duello” dedicato ai Top Player del Veneto si è svolto nell’Area Veneto del Padiglione Vino di Expo Milano, sulla terrazza panoramica del secondo piano da cui si poteva ammirare l’Albero della Vita.


Hanno guidato la degustazione, alternandosi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, migliori Sommeliers AIS del Veneto rispettivamente 2014 e 2015; l’introduzione alle varie zone, al contrario, è stata fatta da Nazareno Vicenzi Unione consorzi Vini Veneto Doc, Renata Toninato del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Luca Giavi Direttore Consorzio di tutela della DOC Prosecco e Aldo Lorenzoni Direttore Consorzio tutela Soave.

Si è iniziato a parlare della zona del “Prosecco”. Le Colline di Conegliano Valdobbiadene si trovano in una posizione ideale per la viticoltura, tra il mare e le Prealpi e presentano un clima mite e temperato. La loro posizione da est a ovest favorisce l’esposizione al sole dei vigneti situati sui versanti meridionali e l’elevata piovosità è perfetta per la coltivazione del vitigno Glera.  Tra Conegliano e Valdobbiadene interessante è la diversità dei suoli: la zona di Conegliano è caratterizzata da terreni argillosi di origine alluvionale e morenica, che regalano vini ricchi di struttura contraddistinti da un aroma fruttato; la zona di Valdobbiadene si contraddistingue per terreni di origine molto antica, composti da morene e arenarie che  producono vini di grande finezza con profumi floreali e fruttati.
Per la produzione del Conegliano Valdobbiadene sono ammesse le seguenti varietà: Glera min. 85%, si possono utilizzare varietà locali come Verdisio, Bianchetta, Perera o Glera Lunga e varietà internazionali Pinot e Chardonnay (per lo spumante).
Le tipologie del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG sono : Brut ( fino a 12 g/l di residuo zuccherino), Dry ( da 12 a 17 g/l di residuo zuccherino) e  Extra Dry ( da 13 a 32 g/l di residuo zuccherino) ed è questa tipologia che ha fatto grande il “Prosecco” nel mondo.
Le Rive, Denominazioni Comunali, è una tipologia introdotta con il nuovo disciplinare per esaltare la varietà del Conegliano Valdobbiadene. “Rive” è un termine che nella parlata locale indica i vigneti posti in terreni scoscesi; prodotto esclusivamente nella versione Spumante, da uve vendemmiate a mano provenienti da un singolo comune o una frazione.
Passiamo poi al famoso “Prosecco Cartizze”, di cui tutti parlano, ma pochi lo conoscono veramente. Al vertice qualitativo della Denominazione Garantita rimane lo spumante della storica

sottozona del “Superiore di Cartizze” che, vale la pena ricordare, proviene da soli 107 ettari di vigneto fra le colline scoscese di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene. I terreni di questa zona sono di origine molto antichi, formati da morene, arenarie e argille.


Passiamo poi dalle bollicine ai vini bianchi e Aldo Lorenzoni Direttore Consorzio tutela Soave inizia a raccontare questo territorio di origine vulcanica e ricorda che già nel 1931 il Soave fu il primo fra i vini Italiani ad essere riconosciuto come vino “tipico e pregiato”, tutela ed identità che vennero poi ribaditi definitivamente con il riconoscimento della Denominazione di origine controllata nel 1968.
La Garganega è il vitigno principe della zona e in queste colline di terreno tufaceo, di origine vulcanica, con importanti affioramenti calcarei si è andata a realizzare un’ideale simbiosi di ambiente e vitigno per la produzione di grandi vini bianchi di qualità e di grande longevità.
Questa cultivar regala un bouquet in cui i profumi predominanti sono la mandorla e i fiori bianchi ed in bocca è contraddistinta da una bella mineralità.
Durante la degustazione l’attenzione dei presenti è caduta su una particolare etichetta posta sulle bottiglie di Soave. Ecco lo spunto per parlare dell’Etichetta Etica, un progetto realizzato in collaborazione con l’editore DamolGraf teso a promuovere il valore comunicativo della singola bottiglia e a riqualificare il parco enologico del Soave con il finanziamento per il restauro del percorso dei dieci capitelli. Sul tema della sostenibilità ecco l’Etichetta Verde del Soave: un’indagine su diciotto potenziali criticità evidenziando in etichetta l’impegno di ogni azienda sul fronte del consumo di acqua, aria e suolo.

E per finire ecco arrivare i grandi vini rossi della Valpolicella ed è Nazareno Vicenzi a introdurci in questa zona salvaguardata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella. La zona della Valpolicella DOC e DOCG è suddivisa, secondo il disciplinare, in tre zone ben distinte:
- La zona Classica, formata da cinque aree geografiche, racchiude l’areale di Sant’Ambrogio di Valpolicella, l’areale di San Pietro in Cariano e le valli di Fumane, Marano e Negrar.
- La zona Valpantena, comprendente l’omonima valle.
- La zona DOC Valpolicella, con i comprensori del comune di Verona e le valli di Illasi, Tramigna e Mezzane.
I vitigni utilizzati sono la Corvina, il Corvinone, la Rondinella e, in misura minore, la Molinara; per quanto riguarda l’allevamento si utilizza soprattutto la tradizionale “pergola veronese”.
I vini della denominazione sono il Valpolicella, il Valpolicella Ripasso, l’Amarone della Valpolicella e il Recioto della Valpolicella. In questa occasione sono stati degustati 3 Valpolicella Ripasso. Questa tipologia è ottenuta dal contatto del Valpolicella base sulle vinacce residue dell'Amarone per circa 15/20 giorni. Ha una maggior struttura e longevità rispetto al Valpolicella base, una maggiore alcolicità, un'acidità più bassa e una maggior rotondità, da un più elevato valore in estratti e in sostanze fenoliche.

Concludiamo con i nomi dei 12 vini proposti in degustazione: Prosecco La Farra Brut DOCG 2014; Adami Bosco di Gica Prosecco di Valdobbiadene Brut DOCG 2014; Astoria Corderie Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG Extra Dry 2014; BiancaVigna Prosecco DOC Extradry 2014; Cantina Colli Euganei Prosecco DOC Extra Dry; Villa Sandi Prosecco DOC Treviso Millesimato 2014 Extra Dry; Cantina di Monteforte d'Alpone Clivus Soave Classico D.O.C. 2014; Azienda Agricola Montecrocetta Santa Giustina Soave D.O.C. 2013;  Azienda Agricola Vicentini Agostino Soave Superiore DOCG Il Casale 2013; Cesari MaraValpolicella Ripasso Superiore 2013; La Collina dei ciliegi Valpolicella Ripasso Doc 2013; Latium Morini Campo dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2011.

Risultato del “duello”: tutti vincitori all’insegna dei grandi vini Veneti da valorizzare e imparare a conoscere!